mercoledì 21 dicembre 2016

Piove 
sul grappolo d’angosce 
che deforma i pensieri 
una luce fraintesa 
illusione scenica
che rosicchia gl’indugi
estrema soglia
prima del buio.

Ogni altro dono è apparenza.



Roma, 21 dicembre 2016


venerdì 16 dicembre 2016

Ombre, ancora ombre 
mirabilmente ruvide 
e concrete 
che spargono intorno 
i profumi del Natale 
senza svelarne l’aspetto.


Roma, 16 dicembre 2016


mercoledì 16 novembre 2016

Non sapevo 
che sarei stato in grado 
di corroborare 
quest’impulso 
d’annientamento, 
questo smisurato esercitarmi
all'angoscia
ponendo condizioni capestro
al mio futuro.
Dove sono le storie raccontate
e mai vissute,
l’originalità delle premesse,
le ambizioni di partenza,
i sogni?
Tasselli disordinati e amorfi
che mai plasmeranno
un quadro d’insieme.


Roma, 16 novembre 2016

lunedì 31 ottobre 2016

Esistono storie importanti 
nelle rughe della vita 
una summa finale 
di percezioni e d’idee 
che riflettono luci sul cuore. 
Ho scritto con te un’opera
spregiudicata e distopica
nebbiosa e forse incerta
ma senza distacchi
fra il mio io e il tuo mondo.
Oggi nobile e altero
lascio efficienze e trame
e non mi curo delle ombre
che celano i miraggi
all'orizzonte.


Roma, 31 ottobre 2016


martedì 25 ottobre 2016

Vivo immerso 
nella percezione 
dell’incerto 
fiutando un’aria finita 
e provvisoria 
ansioso di sconfinare
nell’ombra svagata
del dubbio.

Nella grazia
composta
della sera
incapsulato
nell’insofferenza
svogliato e solitario
veglio.


Roma, 25 ottobre 2016

lunedì 3 ottobre 2016

Un passo alla volta 
adatto la mente 
alle premesse 
dell’emergenza 
ma l’adeguamento 
è provvisorietà 
l'ottuso cavillo 
su cui non si ragiona
il nucleo atomico
intorno al quale
l’esperienza fallisce.
Bisogna sospendere
ogni emozione
e lasciare il cuore
in un punto intermedio
a metà del guado
tra sogno e coscienza.

Non morirò di certo
dove cadde mio padre.


Roma, 3 ottobre 2016


mercoledì 28 settembre 2016

Perseguo un obbiettivo 
dissennato e irrealizzabile: 
un cavilloso ricamo 
a filo nero 
che assiduamente tesso 
attorno a me
per intrappolarmi nello splendore
senza pari e senza fine
della mitomania più folle.
Non derogo mai sulla tensione
delle trame
né più ritengo un’alternativa all'opera
l’irresistibile richiamo
della tua corporeità.
Così all'atto preferisco l’idea
e all'incerto futuro
la rassicurante monotonia
dell’odierno.


Roma, 27 settembre 2016


giovedì 22 settembre 2016

Nella mia testa 
senza tregua 
l’adolescente vecchiezza 
monologa. 


Roma, 22 settembre 2016


Non mi resta che scartabellare 
nell’archivio sterminato 
dei pensieri 
vagando dissennatamente 
tra spazi ambigui e incerti 
in questa città stanca
improvvisamente sconosciuta.
Qualcosa mi dice
che proverò a scavare
nel casino delle idee
nello scheletro fragile
dell’emotività
a immergermi
nelle percezioni sensoriali
nella ferocia disumana
che lentamente
inesorabilmente
mi uccide.


Roma, 22 settembre 2016


lunedì 19 settembre 2016

Dovrò essere molto cauto 
a reinventarmi una vita 
evitando con cura 
lo spettro banale 
dei pregiudizi maliziosi. 
Dovrò diventare
imprenditore di me stesso
costruire la mia casa
in mezzo al mare
dove ci sia un angolo
per ogni impazienza
un rifugio per ogni incertezza
dove minare le fondamenta
di ogni verità
e poter seppellire
ogni immonda solfa dietrologica.
Sarà semplicemente difficile
difendere ancora una volta
la mia dignità.

Questa vecchiezza è un tempo
febbrile e impaziente.


Roma, 19 settembre 2016


giovedì 4 agosto 2016

Volto e pensieri 
rifletto 
nel vetro incorporeo 
che m’abbacina. 
Si frantuma la lastra 
in mille diamanti 
sotto il peso di idee 
che non so realizzare. 
Perché astrusa 
è la logica 
e infame il destino. 

E torno così al mio daffare 
per non pensarti 
per non pensare. 


Roma, 4 agosto 2016

venerdì 15 luglio 2016

Nizza

Non c’è più carne 
da macellare 
però d’intorno 
fioriscono rose 
che sanno di mare.

Roma, 15 luglio 2016



giovedì 14 luglio 2016

Che aspetto ad andare? 
Ho un’idea nel tomtom 
e un percorso asfaltato 
per lasciarmi alle spalle 
polvere e sassi. 
Che altro aspetto ad andare? 
Eppure son qui 
immobile e indefinito 
a sbuffare l’aria salmastra 
di quest’ampolla fragile 
dentro cui mi consumo. 
Ma è tempo di andare. Devo andare 
e per farlo frantumo 
ricordi e vissuto. 

Null’altro esiste 
se non ciò che vedo. 


Roma, 14 luglio 2016

martedì 5 luglio 2016

Cuore e cervello 
eterno insensato dramma 
di battaglie infinite 
dove pace è un letargo 
che alimenta paure 
o un precipizio 
di orrende falesie. 

Amore e saggezza 
conducono qui. 
L’epilogo è scoprire 
dove il mare ti porta. 

Roma, 5 luglio 2016

venerdì 1 luglio 2016

La piazza estiva di sera
è un groviglio di voci stonate
che nell’insieme fanno musica.

Seduta tra un caffè e un accendino
aspetta la donna
il dramma insensato
che si sta consumando.

Sparuta e fragile
come cristallo sottile
inquieta per un sonno
che alimenta paure
finge letture attente
travolta da un’urgenza
di nuova vita
dalla certezza
di un nuovo abbandono.


Roma, 1 luglio 2016

giovedì 30 giugno 2016

Ombre 
che svicolano di notte 
e t’inchiodano ai doveri 
leste e inquietanti 
mutano sonno in sogni. 

Ombre 
fugaci e tetre 
spiaccicate su muri erbosi 
che negano perdoni e alibi 
e nuovi regali ai sensi. 

Ombre 
ferme e senza luci 
incerte e vanescenti 
prestigi banali 
nel teatro del tempo. 


Roma, 30 giugno 2016

giovedì 23 giugno 2016

Nel caos creativo 
dissemino intorno 
scie odorose 
d’antico. 
Mi ostino a forgiare 
profili nuovi per me 
senza stagioni 
né sipari. 
Ma nel rogo dei sensi 
si estenua piano 
la mia resistenza. 
Catalizzo progetti 
per amor di nessuno. 


Roma, 23 giugno 2016

giovedì 16 giugno 2016

Orpelli 
come romanzi mal raccontati 
storie confuse nell'azzurro terso 
emolizzate da infinito stupore 
enfatizzate da troppo rimpianto.

Sono geniali 
le danze sacre
che ho dovuto danzare 
pericolosi  i sentieri d’estate 
che il corpo vizzo e annoso 
ha esplorato. 

Tagli profondi e laceri 
dovrò ancor procurare 
alle anime che incontrerò 
ai sorrisi folli e beati
per cotanta incoscienza.


Roma, 16 giugno 2016

venerdì 10 giugno 2016

T’aspetto ancora con gli occhi tra i denti 
per restituirteli quando ritorni; 
avrai un profumo più incerto sul corpo 
e tra le labbra nessuna parola. 

Perché ndringhete ndringhete ndrà 
In mezzo al mare uno scoglio ci sta. 

E se tu non li vorrai  ritirare 
li lascerò finalmente cadere 
nei gorghi bui e più fondi del mare 
per non poterli riprendere mai. 

Ed ecco allora che ndringhete ndrà 
smarrito per sempre il tuo sguardo sarà. 


Roma, 9 giugno 2016



mercoledì 1 giugno 2016

Se avverti uno sfrigolio di porta 
sono io che schiudendo la mia 
ho sbattuto col grugno su un muro 
arrischiando una via d’uscita. 

E a manca c’è un indomito monte 
e a dritta una via stretta di mare. 

Ma la montagna mi rovina dinanzi 
svanendo in un bosco di fumo 
e il mare è una pozza rovente 
che svapora in effluvi di timo. 

Ho serrato la porta e domani proverò a uscire. 



Roma, 1 giugno 2016


martedì 24 maggio 2016

Tallono a piccoli passi 
ma lesti 
lo spirito che mi precede 
l’anima mia minuta e fragile 
che strascica e avanza 
come bùcine in mare. 

Sulla spiaggia spaccata 
corre più forte 
e bestemmia 
perché non la raggiunga. 


Roma, 24 maggio 2016


martedì 17 maggio 2016

Pace non trovo e non ho da far guerra  
e temo, e spero; e ardo e sono un ghiaccio; 
e volo sopra 'l cielo, e giaccio in terra; 
e nulla stringo, e tutto il mondo abbraccio.

(Francesco Petrarca)


Io odio quel certosino lavoro di lima 
che devo praticare sul cuore 
per renderlo un posto migliore. 
Odio gli stralci al pensiero lineare, 
i distinguo, le balbuzie dell’anima; 
detesto le forme precise 
e i tempi andati 
e maledico i gesti formali 
e l’ovvio sapere e le attese. 
Disprezzo il supporre, le congetture, 
le caste i ceti e i ranghi, 
le regole (seppur mestruali), 
le antitesi 
-  “pascomi di dolor, piangendo rido” - 
e le assurde illogiche tesi, 
per non parlar di quel piccolo neo indiscreto 
che ti spunta irridente tra i seni. 
Ma non smetto d’amar la tua carne di donna 
che a cadenza dializza il mio sangue 
perché non marcisca nel cuore.


Roma, 17 maggio 2016

                                                       Giorgio Pilota, Sulla strada

martedì 10 maggio 2016

Tranne che per dare un senso 
ai miei rinvii 
quest’atmosfera dei finti futuri 
non serve più a un cazzo. 
Al di fuori degli occhi i ragazzi più acerbi 
tra il risuonar d'armonie giovanili 
aspettano indubbi segnali 
come canti stregati di sirene antiche. 
Io non posso ascoltare altri canti 
se non quelli delle rondini in volo.

Roma, 10 maggio 2016

venerdì 6 maggio 2016

Senza alcun dubbio proprio qui 
lascerò briciole di mutazione 
brandelli di rughe che coprivano 
il corpo mio recente, mentre spiccioli d’occhi 
tirerò fuori dalle tasche per offrirli 
al passante frettoloso e ignaro 
acerbo nella sua nuova senescenza. 

Il mio paese è un silenzio di calore 
un vivido accenno a fiati d’erba 
che insidia le dolci fanciulle sognanti. 

Occorre che presti due storie ai ragazzi 
che non sanno più in che cosa sperare 
due minime storie da sorràdere 
coi dorsi delle mani nodose e tremanti 
per riposarsi, per recuperare fiato vitale, 
per riprendere il viaggio attraverso i sogni.

Roma, 6 maggio 2016

venerdì 29 aprile 2016

L'ALBATRO

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra gli abissi amari.

Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi fossero remi.

Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco addietro così bello, com'è brutto e ridicolo. Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro, zoppicando, mima l'infermo che prima volava.

E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.

                                                                                  Charles Baudelaire, da "I fiori del male"
Il cucchiaio gioca
col brodino fumante
che sgocciolando crea
scherzi d’onde
nel piatto.
Ora scorrazza
con giri lenti
tra i ditalini slavati
e li solleva
e li lascia cadere
vorticando spruzzi
d’intorno.
Spargo brodi e pensieri
sulla tovaglia imbrattata.


Roma,  29 aprile 2016

giovedì 14 aprile 2016

Cresce e si libra
il rimorso
nella spira d’incenso.
E brucia.
(L’incenso).


Roma, 14 aprile 2016

martedì 5 aprile 2016

L’aereo feroce graffia la terra
bramoso d’asfalto e assetato di silenzi.
Di te che da remoto ritorni
distinguo a stento un sentore odoroso
d’avena fresca e succhi zuccherini.
Qui fuori l’inverno è un ricordo lieve
e confuso
fatto d’assenze e di lunghe attese
e adesso che ancora scaldarmi potresti
le mani e i pensieri e la vita
più non so se ancora ricerco
quel freddo provato in mancanza di te
o piuttosto vorrò che una stufa supplisca
al calore incostante dei tuoi sorrisi.


Roma, 5 aprile 2016

martedì 15 marzo 2016

Sulla punta del mio dito
tentenna la goccia
tremula e sospesa
ché non vuole cascare
ché non vuole restare.

Attimi d’incerto volgere
come la smania dubbiosa
e struggente
anelando conferme
che non saprai darmi.

Udrò un no farfugliato.

Roma, 15 marzo 2016

lunedì 7 marzo 2016

Annodo la cravatta
con gesti antichi
mentre consegno
alla saggezza
fatti e comportamenti
che non hanno più sintonia
con l’idea che ho di me.
Il nodo è fatto
e la giacca infilata:
questo buon uomo
- pover’uomo -
è pronto sull’uscio di casa.
Il mondo là fuori
non capisce una sega
e interpreta a fatica
la storia del mio sangue.

Posso andare.

Ma è fin troppo patire
non sentir più dolore
offrendo di me stesso
l’immagine migliore.

Roma, 7 marzo 2016