mercoledì 17 settembre 1980

Nella sera che dorme
rischiando silenzi più veri
si sgretola piano
la vita.
Se questo buio
appena confuso
da luci randage
fosse gorgo profondo
mi lancerei nell'assurdo
affidandomi solo
all'ingenua vergogna del nulla.
Folleggia d'intorno
un vortice acuto
che mi scoppia la mente,
e vedo danzare
dolori più sciolti,
un'improvvisa certezza
raccolta.
Sembra banale
nell'antico sopore
che consuma la notte
ch'io cerchi un senso
ai miei giorni,
se al soffio del vento
che uccide le forze
poi m'abbandono
a frustranti sconfitte,
a furori gelati,
ad analisi cieche.
Così solo la notte
e l'inverno che avanza
sapranno donarmi
minacce di luci,
ebbrezze violente
di fascini bianchi,
lontani latrati di cani,
notti di poca luna
o dolori afferrati e voluti
perché sembrino umani.
Ma nel mattino dei vivi trionfi
nel respirarti
vorrò vederti albeggiare.

Napoli, 17 settembre 1980

mercoledì 10 settembre 1980

Sembra quasi tormento
la pioggia che annega il selciato
sulla strada di casa. Tu affondi le mani
in un brivido aperto
e saputo,
e un'ombra t'increspa il sorriso
mentre tocchi con scarni pensieri
un timore soffuso.
E la pioggia sui vetri
ritaglia colori
e mosaica
baldanze di sole.
Lungo tutta la strada
persino i pensieri
viaggiano lenti,
ed io più non so
se dolcezza
é contarti i capelli
sfumati di luce
o raccogliermi dopo l'amore
ancora con te
anche senza di te.

Napoli, 10 settembre 1980

lunedì 8 settembre 1980

Non siano soltanto parole
ad accenderti il viso,
ma ti fiammeggi negli occhi
l'azzurro del tempo
che ondeggia in chiarori d'acque,
e duri infinita
quest'assenza di vento
che mi sazia i pensieri
e che sembra fermarti per sempre
nell'aria di sale
che beve altro mare.
Una voce ti dica promesse
nel mattina dei rami fioriti.
Non avverti l'incanto inespresso
che mi pulsa nel cuore?
E quale vento dovrò respirare
tra queste spiagge di canne
brulle e assolate?

Napoli, 8 settembre 1980