Ti voglio guardare negli occhi,
quelli nuovi che hai,
e suggerirti risposte vaghe
indicandoti vie di fuga.
Non rincorrerò il sangue
delle tue vene,
ma tu non mostrarmi più l’anima
perché adesso lo sai cosa dirmi,
t’ho imbeccato una scusa
e ora sai cosa dirmi.
Hai ben preparato il terreno
e io non so che altro aggiungere
se non un soldo al tesoro.
E tu non sai cosa fare
se non guardarmi le scarpe
e giocare con le dita tra i capelli.
Roma, 30 luglio 2015
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
giovedì 30 luglio 2015
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