S'annida
nell'eterno me stesso
dove più profondo
esisto
fin dentro il più dentro
dell'anima
un fiato
impercettibile
ma vero.
Un fiato di vento
poi turbine
mulinelli
di foglie secche
che il disordine
sconvolge e smania.
C'è un mare nel cuore
che ho navigato
senza meta.
Itaca invoco
e sole dolce.
Roma, 19 giugno 1992
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
venerdì 19 giugno 1992
mercoledì 10 giugno 1992
Dentro di me
uragano di fiati
e fiaccole piccole
di luce.
Soltanto il gioco
degli anni
e l'inutile storia
della mia vita,
- pretesti vani
per non finire
senz'aria -
per me consuetudine
e affanno,
mi regalano al domani.
Ottimo giorno domani
dal cielo di sole
e danaro e donne troppe
e chissà cos'altro ancora.
Saprò mantenere
con me stesso
il segreto
mentre rido
rido rido rido rido?
Roma, 10 giugno 1992
uragano di fiati
e fiaccole piccole
di luce.
Soltanto il gioco
degli anni
e l'inutile storia
della mia vita,
- pretesti vani
per non finire
senz'aria -
per me consuetudine
e affanno,
mi regalano al domani.
Ottimo giorno domani
dal cielo di sole
e danaro e donne troppe
e chissà cos'altro ancora.
Saprò mantenere
con me stesso
il segreto
mentre rido
rido rido rido rido?
Roma, 10 giugno 1992
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