mercoledì 10 settembre 2014

Le luci di questa casa
arrossite dall’inverno
sceneggiano altre scuse
con cui trattenerti.

Così ancora rimani,
mentre la cattiva coscienza
indugia beffarda sull’incanto
dei tuoi capelli bagnati.

È proprio una scommessa
il tuo luminoso sorriso,
un rifugio arcano e nebbioso
dove racchiudere paure,

ma è il gioco antico e crudele
del gatto col topo,
e mi consolano oltre misura
le mancate risposte
di cui fingo di stupirmi.

Stasera là fuori
il ticchettio dei passi
specchia il ricordo
di  una musica lieve
che mi aiuta a dormire.

Forse hai ragione:
vagheggerò il solito sogno
con un bicchiere tra le mani
e lo sguardo perso
sul topo impaurito.


Roma, 10 settembre 2014

martedì 2 settembre 2014

Imperversa all'improvviso
come schiuma lasciva
che ondeggia in discesa
l'idea malsana di rivestirmi
dei miei panni dismessi.
E intanto progetto
il mio orizzonte per domani,
quando a minime dosi
affronterò i silenzi dolci
e tutte le voci che contiene.
Avrò altri respiri da respirare
e un piatto caldo da mangiare
e forchette sporche da lavare.
Però mi mancherà il sangue
che ancora adesso possiedo;
scorrerà via velocemente
a rivoli allegri e perversi,
come l’insana danza
d’un rituale feroce e fatale.
Ma sarà dolce,
più ancora di sempre,
finalmente dormire.

Latina, sul treno per Terracina,
2 settembre 2014