giovedì 28 agosto 2014

Resto qui a colmare di sogni
il baratro della mia incoscienza
gettando nel nero vuoto
ad uno ad uno
i privilegi e le ansie e le bramosie
di tutta una vita.
E l’attimo diventa fiato
mentre cadono giù colorate
le speranze vane, e i dubbi
e le poche certezze che sanno
d’asfalto bagnato e di sale.
E sprofondano le frasi vane,
le promesse non mantenute,
gli incanti assolati di mari persi,
e poi mani, e risate,
e lastre grigie di ghiaccio.
Crollano in vortici secchi
latrati di cani affamati
e santi imploranti,
poi una miriade di cuori infranti
e anni persi a stropicciare
occhi magici e argenteria,
e donne finite male
per via dell’amore.

La misura è colma.
Posso ora scendere
senza ferirmi.

Roma, 28 agosto 2014

martedì 12 agosto 2014

Più non colgo
un senso concreto
- ché è tempo sprecato -
nel gioco fugace
degli occhi
e nell’inconscio profondo
dell’io sfuggente;
ecco l'arcano
fumoso e lacerante
(ah! La musica jazz  
che più non ricordo …)

Ondivaga  incerta
e senza riguardi
mi colma di avances
l'ombra lieve del tiglio
che mi avrà.                
Ma non tu che sei acerba
come l'uva d’agosto            
serenamente appagata
da mani troppo esperte
e ammaliata
da gesti antichi
studiati e maliziosi.

Ora misuro un riverbero opaco
sulla lastra azzurrina di strada
e sinuosa frivoleggia la vampa
sui sili.

Faticoso ed incerto
ma senza inganni
è il tragitto
verso il bar.

Ridacchiando m'avvio.


Roma, 12 agosto 2014

lunedì 11 agosto 2014

Attimi
Non definiti
Ma circolari
Racchiusi
In opzioni di suoni
Come raccolte di sogni
Senza costrutto
Ma intensi.

Momenti
Non consumati
Non cavalcati
Sull'onda che schiuma
Non trafitti
Né succhiati
Ma persi
In balugini nebbiose.

Urge un calpestio nuovo
Di passi
Un appropinquarsi di voci
Squittio vivace
Fragore.

Terracina, 11 agosto 2014