venerdì 9 febbraio 1979

In muri d'incenso
si scaglia densa
la sfida lieve
del vento.
Sono lamenti d'onde
questi riflussi grami
che stringono osmosi
di sguardi,
come una calda carezza
negli arabeschi di rughe
senili,
dove lunghi spazi d'ombre
scavano atmosfere
d'antichi rimpianti
e assurde memorie.
Puoi scorgere
foglie di sogni
che lievitano
in valli d'ambra
e follie d'arpe
ornare cantici sparsi.

Questo morire m'inebria
di nuova vita.


Napoli, 9 febbraio 1979 

martedì 6 febbraio 1979

Mi sa d'azzurro
quest'insonnia d'Alpi
che scuote scontri
d'organi,
che sparge inchiostri
e spine di tombe.
Se un altare s'innalza,
conquista sordida è la storia,
stanca libertà
di lunghe premesse
senza visione
d'arrivi,
dove mete d'isole
son solo
sterpi di rami
e carenze d'acque.
Tra semplici alcove
riposano i sogni
e le scorte d'idee,
mentre attorno
altro non c'è
che il baluginare pallido
di curve falci
al sole.


Napoli, 6 febbraio 1979 

domenica 4 febbraio 1979

Sono dedali d'idee
queste vie che s'aprono
tra pietre aduste
e scoppi di tempo
improvvisi.
Tra l'abrencare pazzo
d'elusa gente,
tra leppi di nebbie perenni
e sguardi fugaci di sole
Napoli ruma
un'altr'alba.
Umillimo senso di lercio
la vita,
come attimo scurrile
d'inganno.
Fotocromie di tramonti
e spruzzi di mare
e colli di sguardi appassiti:
è il ritmo folle
del tempo che scorre
per pianure di strazi
e invidie d'occhi,
dove carne non freme
se non per carezze
di vento.
Tra schiume di sangue
e abulie di scopi
solo ci resta
del morire l'attesa.


Napoli, 4 febbraio 1979