giovedì 28 maggio 2015

Quando uno di noi due andrà via
ciascuno resterà senza mani
né occhi né sangue
né cose da guardare o da spostare
o panni da stirare.
Niente più cibo da gustare
né parole da dire
né film da vedere
né musica da ascoltare.

Quando uno di noi due andrà via
ciascuno resterà
senza capelli da accarezzare
né schiene da massaggiare
né porte da aprire
né letti da rifare
né luci da spegnere
né piatti da lavare.

E se sarai tu ad andar via
il mio silenzio fatto di cose
si gonfierà di nebbia
e s’incollerà al mio viso
come seta d’argento
o come fumo di marmo.

Se sarai tu ad andar via
porterai con te tutte le cose
e il tuo sorriso
e le creme e le scarpe e perfino i libri
e il trucco e gli assorbenti e tutto quanto
che abbia il tuo profumo.

Quando te ne andrai via
io sarò solo un oggetto qualunque
tra le poche cose rimaste;
smarrito e pensoso
lascerò l’accendino senza più gas
e candele consumate a metà
e sopra il tavolino
polvere vecchia d’incenso indiano.

Roma, 28 maggio 2015