lunedì 18 dicembre 1978

Più non ricordo i colori
delle tue ansiose parole
d'amore.
In un groviglio di suoni
ho smarrito il ritmo
dei tuoi silenzi;
argentei bagliori di brine
sono le ore che ancora viviamo,
stranamente aggrappati
a fragili sensi d'orgoglio,
a lubrici atti d'accusa,
a mesti riverberi d'echi remoti
che amore riscopre.
Tu sai di dolciastri rimpianti,
di strane occasioni perdute
tra folate di bore silvestri,
di assurdi spazi mentali
colmati di lacrime e baci.
E ancora una volta sei mia,
testardo amore senza storia,
pallida eterna parola d'onore.

Quest'incontro senza fine
solo raccoglie
il richiamo del tempo
che ti scorre sul viso.


Napoli, 18 dicembre 1978 

mercoledì 13 dicembre 1978

Spogliati, sera, dei riflessi d'acque
e lascia che al cuore ti salti
un acre odore di pace.
Tra le cose fermate dal buio
sento il rantolo antico
del vento che scorre nell'erba.
Vorrei che tu
fossi attesa perenne,
felpato scoglio tagliente
sbucciato dal mare,
àrcade suono di canne bucate.
E se la notte arrivasse a colpirti
sulla spiaggia abitata dal vento,
ti vedrei dolorante smarrita
come fumo di nebbia,
come nube confusa tra brine.
Rapida enfasi ti ruberà gli occhi,
tumido senso di spazi aperti,
avido aereo profumo di donna.
Spogliati dunque, vergine sera
e dipingi di scuro i tuoi mari;
tra l'onda dei rami si mischi la pioggia
sui colli bevuti dai lampi.


Napoli, 13 novembre 1978 

mercoledì 15 novembre 1978

Di volta in volta m'insegue
un magro ricordo
di mitiche albe evitate,
di brulle campagne di nebbia
che autunno distende,
di groppi di luce diffusa
divisa da prismi di brina.

Se medito ancora t'avverto,
vespertina scoperta d'amore,
e un fastidio mi logora i sensi.
Bisognerebbe disperderti
in mari di spume,
tra grumi di sale e conchiglie,
congiungerti ai flutti
di valli marine
e spiarti scavare
nei raggi di sole.

Di quanto t'ho dato ti resti
l'essenza ferruginosa
e il succoso annaspare
dei giorni.


Napoli, 15 novembre 1978 

venerdì 10 novembre 1978

L'ora verrà
in cui quest'esile struttura
- sbiadita parvenza di vita -
 cederà il posto
ad un opaco processo
d'ignoto.

Orbi entreremo in Ades
per ricomporci un poco
 o per raccogliere
quanto di minimo
ci resterà per sempre.


Napoli, 10 novembre 1978 
Forme aperte
d'un aperto osceno
(come un azzurro rito mentale).
Forse
sto smarrendomi
sazio
nei turbini di vita,
come quando
con gli occhi accesi
filtrai l'assurdo dei sogni.
Col cuore chiuso
ho chiamato a raccolta
quel poco d'amore
che i tuoi occhi
mi danno.


Napoli, 10 novembre 1978 

sabato 30 settembre 1978

Resusciterò il mio corpo
dopo il letargo
dell'inedia
e al mattino
stenderò le mie ossa
al sole.
Poi
succhierò il nettare di vita
e leggerò
nel cavo della mano
strane forme
d'euforia.

Come quando
dopo l'alba
il giorno.

Napoli, 30 settembre 1978

giovedì 28 settembre 1978

Ora lo so
che dette piano
assumono toni grigi
queste premesse inconsuete
di interminabili strazi terreni.
E se ancora potessi conoscere
come si fa a stabilire l'ora
in cui tutto diventa riposo
sgambettando correrei
fino al fiume
e supino sull'erba
aspetterei.

Napoli, 28 settembre 1978

venerdì 1 settembre 1978

Ascoltando le stelle tremare.
Per un momento
discutere da soli,
poi
ascoltare le stelle tremare.


Napoli, 1 settembre 1978 

sabato 29 luglio 1978

Mi piace
ai tramonti
guardare le bogare
alle foci dei fiumi
stendersi lunghe
pronte a raccogliere
vita.
Grufolando
tra le rughe della terra
scopro disegni inconsunti.
Ora disteso
aspetto la fine del sole.
Lontano
il canto del fiume
nel mare.

Napoli, 29 luglio 1978 

giovedì 27 luglio 1978

Ci siamo tuffati
in fontane di specchi
all'imbrunire stanco
del giorno.
Barcollando ubriachi
tra scorie di voci
abbiamo pensato
all'autunno
e al tempo
che turbina rosso
e abbiamo aspettato d'averci.
Sciogliendoci poi nel cuore dei sogni
ci siamo attaccati
a pallidi seni di donna,
suggendo avide offerte
di vita.
Ora
tra pigre armonie di silenzi
e comode stanze di buio
stranamente vaghiamo
con l'anima a pezzi.

Napoli, 27 luglio 1978