Ti devo giorni di sole e miele
quelli avvolti dall'incoscienza dolce
che spiazza come belare d'agnello
e distorce intenti e tragitti.
Illusione è un gatto randagio
che rosicchia giorni e amori
senza progetti e debiti e crediti
e senza speranze né attese.
Ti restituisco sogni e sorrisi
e ogni ombra che hai illuminato
e ogni luce che hai spento
nel nostro andare.
Terracina, 5 dicembre 2014
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
venerdì 5 dicembre 2014
lunedì 3 novembre 2014
venerdì 3 ottobre 2014
mercoledì 10 settembre 2014
Le luci di questa casa
arrossite dall’inverno
sceneggiano altre scuse
con cui trattenerti.
Così ancora rimani,
mentre la cattiva coscienza
indugia beffarda sull’incanto
dei tuoi capelli bagnati.
È proprio una scommessa
il tuo luminoso sorriso,
un rifugio arcano e nebbioso
dove racchiudere paure,
ma è il gioco antico e crudele
del gatto col topo,
e mi consolano oltre misura
le mancate risposte
di cui fingo di stupirmi.
Stasera là fuori
il ticchettio dei passi
specchia il ricordo
di una musica lieve
che mi aiuta a dormire.
Forse hai ragione:
vagheggerò il solito sogno
con un bicchiere tra le mani
e lo sguardo perso
sul topo impaurito.
Roma, 10 settembre 2014
arrossite dall’inverno
sceneggiano altre scuse
con cui trattenerti.
Così ancora rimani,
mentre la cattiva coscienza
indugia beffarda sull’incanto
dei tuoi capelli bagnati.
È proprio una scommessa
il tuo luminoso sorriso,
un rifugio arcano e nebbioso
dove racchiudere paure,
ma è il gioco antico e crudele
del gatto col topo,
e mi consolano oltre misura
le mancate risposte
di cui fingo di stupirmi.
Stasera là fuori
il ticchettio dei passi
specchia il ricordo
di una musica lieve
che mi aiuta a dormire.
Forse hai ragione:
vagheggerò il solito sogno
con un bicchiere tra le mani
e lo sguardo perso
sul topo impaurito.
Roma, 10 settembre 2014
martedì 2 settembre 2014
Imperversa all'improvviso
come schiuma lasciva
che ondeggia in discesa
l'idea malsana di rivestirmi
dei miei panni dismessi.
E intanto progetto
il mio orizzonte per domani,
quando a minime dosi
affronterò i silenzi dolci
e tutte le voci che contiene.
Avrò altri respiri da respirare
e un piatto caldo da mangiare
e forchette sporche da lavare.
Però mi mancherà il sangue
che ancora adesso possiedo;
scorrerà via velocemente
a rivoli allegri e perversi,
come l’insana danza
d’un rituale feroce e fatale.
Ma sarà dolce,
più ancora di sempre,
finalmente dormire.
Latina, sul treno per Terracina,
2 settembre 2014
come schiuma lasciva
che ondeggia in discesa
l'idea malsana di rivestirmi
dei miei panni dismessi.
E intanto progetto
il mio orizzonte per domani,
quando a minime dosi
affronterò i silenzi dolci
e tutte le voci che contiene.
Avrò altri respiri da respirare
e un piatto caldo da mangiare
e forchette sporche da lavare.
Però mi mancherà il sangue
che ancora adesso possiedo;
scorrerà via velocemente
a rivoli allegri e perversi,
come l’insana danza
d’un rituale feroce e fatale.
Ma sarà dolce,
più ancora di sempre,
finalmente dormire.
Latina, sul treno per Terracina,
2 settembre 2014
giovedì 28 agosto 2014
Resto qui a colmare di sogni
il baratro della mia incoscienza
gettando nel nero vuoto
ad uno ad uno
i privilegi e le ansie e le bramosie
di tutta una vita.
E l’attimo diventa fiato
mentre cadono giù colorate
le speranze vane, e i dubbi
e le poche certezze che sanno
d’asfalto bagnato e di sale.
E sprofondano le frasi vane,
le promesse non mantenute,
gli incanti assolati di mari persi,
e poi mani, e risate,
e lastre grigie di ghiaccio.
Crollano in vortici secchi
latrati di cani affamati
e santi imploranti,
poi una miriade di cuori infranti
e anni persi a stropicciare
occhi magici e argenteria,
e donne finite male
per via dell’amore.
La misura è colma.
Posso ora scendere
senza ferirmi.
Roma, 28 agosto 2014
il baratro della mia incoscienza
gettando nel nero vuoto
ad uno ad uno
i privilegi e le ansie e le bramosie
di tutta una vita.
E l’attimo diventa fiato
mentre cadono giù colorate
le speranze vane, e i dubbi
e le poche certezze che sanno
d’asfalto bagnato e di sale.
E sprofondano le frasi vane,
le promesse non mantenute,
gli incanti assolati di mari persi,
e poi mani, e risate,
e lastre grigie di ghiaccio.
Crollano in vortici secchi
latrati di cani affamati
e santi imploranti,
poi una miriade di cuori infranti
e anni persi a stropicciare
occhi magici e argenteria,
e donne finite male
per via dell’amore.
La misura è colma.
Posso ora scendere
senza ferirmi.
Roma, 28 agosto 2014
martedì 12 agosto 2014
Più non colgo
un senso concreto
- ché è tempo sprecato -
nel gioco fugace
degli occhi
e nell’inconscio profondo
dell’io sfuggente;
ecco l'arcano
fumoso e lacerante
(ah! La musica jazz
che più non ricordo …)
Ondivaga incerta
e senza riguardi
mi colma di avances
l'ombra lieve del tiglio
che mi avrà.
Ma non tu che sei acerba
come l'uva d’agosto
serenamente appagata
da mani troppo esperte
e ammaliata
da gesti antichi
studiati e maliziosi.
Ora misuro un riverbero opaco
sulla lastra azzurrina di strada
e sinuosa frivoleggia la vampa
sui sili.
Faticoso ed incerto
ma senza inganni
è il tragitto
verso il bar.
Ridacchiando m'avvio.
Roma, 12 agosto 2014
un senso concreto
- ché è tempo sprecato -
nel gioco fugace
degli occhi
e nell’inconscio profondo
dell’io sfuggente;
ecco l'arcano
fumoso e lacerante
(ah! La musica jazz
che più non ricordo …)
Ondivaga incerta
e senza riguardi
mi colma di avances
l'ombra lieve del tiglio
che mi avrà.
Ma non tu che sei acerba
come l'uva d’agosto
serenamente appagata
da mani troppo esperte
e ammaliata
da gesti antichi
studiati e maliziosi.
Ora misuro un riverbero opaco
sulla lastra azzurrina di strada
e sinuosa frivoleggia la vampa
sui sili.
Faticoso ed incerto
ma senza inganni
è il tragitto
verso il bar.
Ridacchiando m'avvio.
Roma, 12 agosto 2014
lunedì 11 agosto 2014
Attimi
Non definiti
Ma circolari
Racchiusi
In opzioni di suoni
Come raccolte di sogni
Senza costrutto
Ma intensi.
Momenti
Non consumati
Non cavalcati
Sull'onda che schiuma
Non trafitti
Né succhiati
Ma persi
In balugini nebbiose.
Urge un calpestio nuovo
Di passi
Un appropinquarsi di voci
Squittio vivace
Fragore.
Terracina, 11 agosto 2014
Non definiti
Ma circolari
Racchiusi
In opzioni di suoni
Come raccolte di sogni
Senza costrutto
Ma intensi.
Momenti
Non consumati
Non cavalcati
Sull'onda che schiuma
Non trafitti
Né succhiati
Ma persi
In balugini nebbiose.
Urge un calpestio nuovo
Di passi
Un appropinquarsi di voci
Squittio vivace
Fragore.
Terracina, 11 agosto 2014
mercoledì 9 luglio 2014
Sulla banchina
In attesa di te,
mentre il treno
che a me ti dona
rallenta il mio cuore
ed esitando s’arresta.
Tutto il tempo è compiuto.
Sono preso
dal vento soffice
entro cui arriverai,
e saranno foglie lievi
a tradirti.
Sarai cinta d’azzurro,
come sempre,
e le tue piccole mani
raccoglieranno i miei respiri.
Un fremito di vita,
ancora un abbraccio
e sorridendoci
ritroveremo la strada
per l’incanto.
Roma, 9 luglio 2014
In attesa di te,
mentre il treno
che a me ti dona
rallenta il mio cuore
ed esitando s’arresta.
Tutto il tempo è compiuto.
Sono preso
dal vento soffice
entro cui arriverai,
e saranno foglie lievi
a tradirti.
Sarai cinta d’azzurro,
come sempre,
e le tue piccole mani
raccoglieranno i miei respiri.
Un fremito di vita,
ancora un abbraccio
e sorridendoci
ritroveremo la strada
per l’incanto.
Roma, 9 luglio 2014
lunedì 24 marzo 2014
Mi sfiorerai la mano
ma le tue labbra
forse mai avranno
sapore per me.
Ora so che i tuoi occhi
saranno soltanto
archi di luce
nei quali abbagliarmi,
i tuoi occhi che non saprò rubare.
Un giorno la tua voce
vivrà nuovi silenzi,
i tuoi pensieri voleranno veloci
verso altri lidi lontani,
come voli d’uccelli migranti
azzurri all’orizzonte.
Andrai via in una sera di luce.
Ci sarà uno sguardo fugace,
forse un sorriso distratto,
un istinto.
Magari un affetto.
Ma le tue labbra
mai più avranno
sapore per me.
Roma, 24 marzo 2014
ma le tue labbra
forse mai avranno
sapore per me.
Ora so che i tuoi occhi
saranno soltanto
archi di luce
nei quali abbagliarmi,
i tuoi occhi che non saprò rubare.
Un giorno la tua voce
vivrà nuovi silenzi,
i tuoi pensieri voleranno veloci
verso altri lidi lontani,
come voli d’uccelli migranti
azzurri all’orizzonte.
Andrai via in una sera di luce.
Ci sarà uno sguardo fugace,
forse un sorriso distratto,
un istinto.
Magari un affetto.
Ma le tue labbra
mai più avranno
sapore per me.
Roma, 24 marzo 2014
mercoledì 19 marzo 2014
Non ti chiedo sogni e carezze,
né giorni avanti a noi,
né certezze.
Mi basta saperti là,
nei miei pensieri,
nel rosso del cuore,
per acquietare l’affanno
del tempo che avanza.
Mi basta un segno minimo,
un’attenzione diversa,
un sorriso:
quell’inganno essenziale
che so donarmi
per non morire.
Terracina, 19 marzo 2014
né giorni avanti a noi,
né certezze.
Mi basta saperti là,
nei miei pensieri,
nel rosso del cuore,
per acquietare l’affanno
del tempo che avanza.
Mi basta un segno minimo,
un’attenzione diversa,
un sorriso:
quell’inganno essenziale
che so donarmi
per non morire.
Terracina, 19 marzo 2014
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