Mi sfugge il senso
di molte logiche
e resto così abbarbicato
a troppi pianti e a pochi sorrisi.
Nelle vene ho il perdono
anche per me
che annaspo in grigiori d'inezia
e confondo la sete dell'anima
con quella del vino.
Terracina, 21 dicembre 2015
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
lunedì 21 dicembre 2015
martedì 17 novembre 2015
Il tonfo sordo
dell’acqua nell’acqua
officia impulsi
di biglie roboanti
piroettanti
nel concavo liscio
d’un circuito veloce.
E’ l’universo che bluffa.
Il sacro lampo dei geni
rimanda a logiche e leggi
che più non rammento.
Non scorgo riflessi
né bagliori
nell’umida pozza
ma bolle di saggezza
tra cui galleggia
il ramo spezzato
dei sogni.
Roma, 17 novembre 2015
dell’acqua nell’acqua
officia impulsi
di biglie roboanti
piroettanti
nel concavo liscio
d’un circuito veloce.
E’ l’universo che bluffa.
Il sacro lampo dei geni
rimanda a logiche e leggi
che più non rammento.
Non scorgo riflessi
né bagliori
nell’umida pozza
ma bolle di saggezza
tra cui galleggia
il ramo spezzato
dei sogni.
Roma, 17 novembre 2015
lunedì 16 novembre 2015
lunedì 7 settembre 2015
Percorsi di coscienza
senza rancori vaganti
smalti opachi
dell'esistenza
vincoli distorti
contorti
d'insano tormento
stille d'ormoni
lucenti.
Tu passione
ebbrezza incosciente
eterna indecenza
e sogno breve
incuria lasciva
e beata speranza d’inferni
dove fuoco è vortice e purezza
e quanto resta
sbadiglio.
Roma, 7 settembre 2015
senza rancori vaganti
smalti opachi
dell'esistenza
vincoli distorti
contorti
d'insano tormento
stille d'ormoni
lucenti.
Tu passione
ebbrezza incosciente
eterna indecenza
e sogno breve
incuria lasciva
e beata speranza d’inferni
dove fuoco è vortice e purezza
e quanto resta
sbadiglio.
Roma, 7 settembre 2015
lunedì 24 agosto 2015
giovedì 30 luglio 2015
Ti voglio guardare negli occhi,
quelli nuovi che hai,
e suggerirti risposte vaghe
indicandoti vie di fuga.
Non rincorrerò il sangue
delle tue vene,
ma tu non mostrarmi più l’anima
perché adesso lo sai cosa dirmi,
t’ho imbeccato una scusa
e ora sai cosa dirmi.
Hai ben preparato il terreno
e io non so che altro aggiungere
se non un soldo al tesoro.
E tu non sai cosa fare
se non guardarmi le scarpe
e giocare con le dita tra i capelli.
Roma, 30 luglio 2015
quelli nuovi che hai,
e suggerirti risposte vaghe
indicandoti vie di fuga.
Non rincorrerò il sangue
delle tue vene,
ma tu non mostrarmi più l’anima
perché adesso lo sai cosa dirmi,
t’ho imbeccato una scusa
e ora sai cosa dirmi.
Hai ben preparato il terreno
e io non so che altro aggiungere
se non un soldo al tesoro.
E tu non sai cosa fare
se non guardarmi le scarpe
e giocare con le dita tra i capelli.
Roma, 30 luglio 2015
venerdì 24 luglio 2015
giovedì 28 maggio 2015
Quando uno di noi due andrà via
ciascuno resterà senza mani
né occhi né sangue
né cose da guardare o da spostare
o panni da stirare.
Niente più cibo da gustare
né parole da dire
né film da vedere
né musica da ascoltare.
Quando uno di noi due andrà via
ciascuno resterà
senza capelli da accarezzare
né schiene da massaggiare
né porte da aprire
né letti da rifare
né luci da spegnere
né piatti da lavare.
E se sarai tu ad andar via
il mio silenzio fatto di cose
si gonfierà di nebbia
e s’incollerà al mio viso
come seta d’argento
o come fumo di marmo.
Se sarai tu ad andar via
porterai con te tutte le cose
e il tuo sorriso
e le creme e le scarpe e perfino i libri
e il trucco e gli assorbenti e tutto quanto
che abbia il tuo profumo.
Quando te ne andrai via
io sarò solo un oggetto qualunque
tra le poche cose rimaste;
smarrito e pensoso
lascerò l’accendino senza più gas
e candele consumate a metà
e sopra il tavolino
polvere vecchia d’incenso indiano.
Roma, 28 maggio 2015
ciascuno resterà senza mani
né occhi né sangue
né cose da guardare o da spostare
o panni da stirare.
Niente più cibo da gustare
né parole da dire
né film da vedere
né musica da ascoltare.
Quando uno di noi due andrà via
ciascuno resterà
senza capelli da accarezzare
né schiene da massaggiare
né porte da aprire
né letti da rifare
né luci da spegnere
né piatti da lavare.
E se sarai tu ad andar via
il mio silenzio fatto di cose
si gonfierà di nebbia
e s’incollerà al mio viso
come seta d’argento
o come fumo di marmo.
Se sarai tu ad andar via
porterai con te tutte le cose
e il tuo sorriso
e le creme e le scarpe e perfino i libri
e il trucco e gli assorbenti e tutto quanto
che abbia il tuo profumo.
Quando te ne andrai via
io sarò solo un oggetto qualunque
tra le poche cose rimaste;
smarrito e pensoso
lascerò l’accendino senza più gas
e candele consumate a metà
e sopra il tavolino
polvere vecchia d’incenso indiano.
Roma, 28 maggio 2015
mercoledì 25 marzo 2015
venerdì 20 febbraio 2015
Siamo gatti nella notte cupa.
Avveduti e circospetti
ci avventuriamo tra spire fumose
e fiaccole d’incenso asprigno
là dove bruciano i sogni
e ogni residua fiducia.
Scivola lento e severo
sul tessuto della nostra pigrizia
il film dell’amore cieco
(ciò ch’era giusto è ancora giusto?)
e nemmeno il candore nervoso
delle mie riflessioni
saprà restituirci
quei tesori di pace antica
in cui avevamo
stoltamente riposto
il nostro sentire.
Roma, 20 febbraio 2015
Avveduti e circospetti
ci avventuriamo tra spire fumose
e fiaccole d’incenso asprigno
là dove bruciano i sogni
e ogni residua fiducia.
Scivola lento e severo
sul tessuto della nostra pigrizia
il film dell’amore cieco
(ciò ch’era giusto è ancora giusto?)
e nemmeno il candore nervoso
delle mie riflessioni
saprà restituirci
quei tesori di pace antica
in cui avevamo
stoltamente riposto
il nostro sentire.
Roma, 20 febbraio 2015
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