lunedì 15 dicembre 1980

Muore l'inverno
in traumi rombanti.
Tra queste strade
antiche di suoni
tentenna un Natale
noioso.
Ancora un poco
ed é un altr'anno.
La pioggia alberata
e il silenzio
turbinano brusii d'insetti,
e non ruggisce sui monti
che il grido acquoso
di cuori infranti.

Napoli, 15 dicembre 1980

sabato 15 novembre 1980

Vivrà sempre in un fuoco
più caldo e segreto
l'amore.
Ma la favola bella
è finita.

Napoli, novembre 1980

domenica 9 novembre 1980

Si consuma
in rimpianti
l'inutile attesa
della tua voce.
E novembre raccoglie
in spazi di cielo
l'umido tempo
che sembra morire
negli occhi,
questi occhi
che non sanno vedere
che faville di stelle
racchiuse in un sacco
che sai.
Vieni con me
dove ride la luna
o dove un mare potente
scioglie le pietre più dure.
Io ti darei
altro azzurro d'aurore
e ti direi, dolcissima,
una lunga storia
d'amore.

Napoli, 9 novembre 1980
E ora m'arrendo
ai dolori di uomo
che sa delle strade
che portano tutte
al niente più strano.
Si rinnova indolore
l'idea del nulla infinito
dove il mondo si placa
senza morire,
e chi resta
brulica in periferie
di cuori deserti,
tra amori incerti e inauditi
e fuliggini di giorni uguali.
Non so pensarmi
in questa monotonia
d'una morte infinita
se il tempo vorrà rubarmi
l'unico bene:
stelle di storie
che maturano negli occhi
di un amore che stringi
più forte.
Passa e va come vento
tra foglie cadute
l'inconscia paura
del mercato d'idee
cui pure m'aggrappo
per non cadere
miseramente
in solchi di terra,
perduto in un gioco
che non voglio giocare.
E in cima ai pensieri
risorge più azzurro
l'amore.
Grida nel grigio di nubi
un cuore impazzito,
ma nella lotta di voci
che confonde il mattino
il tuo ricordo non sfuma.
E non sfuma nel sole morente
un tremito vuoto,
vago sentore di violente ferite
come fruste schioccanti
su pelli sudate.
Ora scendere attraverso le strade
mi sembra passione fremente:
ho il mondo negli occhi,
ma una stella pungente
nel cuore.
A difendere i ruderi
della mia anima
resta un poco di cuore
che mendica, da te che vivi,
una cieca speranza.

Napoli, 9 novembre 1980

mercoledì 17 settembre 1980

Nella sera che dorme
rischiando silenzi più veri
si sgretola piano
la vita.
Se questo buio
appena confuso
da luci randage
fosse gorgo profondo
mi lancerei nell'assurdo
affidandomi solo
all'ingenua vergogna del nulla.
Folleggia d'intorno
un vortice acuto
che mi scoppia la mente,
e vedo danzare
dolori più sciolti,
un'improvvisa certezza
raccolta.
Sembra banale
nell'antico sopore
che consuma la notte
ch'io cerchi un senso
ai miei giorni,
se al soffio del vento
che uccide le forze
poi m'abbandono
a frustranti sconfitte,
a furori gelati,
ad analisi cieche.
Così solo la notte
e l'inverno che avanza
sapranno donarmi
minacce di luci,
ebbrezze violente
di fascini bianchi,
lontani latrati di cani,
notti di poca luna
o dolori afferrati e voluti
perché sembrino umani.
Ma nel mattino dei vivi trionfi
nel respirarti
vorrò vederti albeggiare.

Napoli, 17 settembre 1980

mercoledì 10 settembre 1980

Sembra quasi tormento
la pioggia che annega il selciato
sulla strada di casa. Tu affondi le mani
in un brivido aperto
e saputo,
e un'ombra t'increspa il sorriso
mentre tocchi con scarni pensieri
un timore soffuso.
E la pioggia sui vetri
ritaglia colori
e mosaica
baldanze di sole.
Lungo tutta la strada
persino i pensieri
viaggiano lenti,
ed io più non so
se dolcezza
é contarti i capelli
sfumati di luce
o raccogliermi dopo l'amore
ancora con te
anche senza di te.

Napoli, 10 settembre 1980

lunedì 8 settembre 1980

Non siano soltanto parole
ad accenderti il viso,
ma ti fiammeggi negli occhi
l'azzurro del tempo
che ondeggia in chiarori d'acque,
e duri infinita
quest'assenza di vento
che mi sazia i pensieri
e che sembra fermarti per sempre
nell'aria di sale
che beve altro mare.
Una voce ti dica promesse
nel mattina dei rami fioriti.
Non avverti l'incanto inespresso
che mi pulsa nel cuore?
E quale vento dovrò respirare
tra queste spiagge di canne
brulle e assolate?

Napoli, 8 settembre 1980

lunedì 25 agosto 1980

Non sarà più la luna
a sbiadirci le notti,
ma una Stella piccina piccina
ch'è comparsa stasera
nel cielo d'agosto.

Silvi Marina, 25 agosto 1980

venerdì 15 agosto 1980

Sarai lì, sotto cielo perlato
intriso di tenere nubi.
Col viso coperto d'ombre
e le piccole mani fredde
sarai un sorso d'alba
nella luce di settembre.
E non saprai se settembre
t'avvolgerà ancora
negli opachi lamenti
del nudo fantasma
che amandoti
ti chiederà amore.
Avrai un brivido duro
nell'umida attesa anelante,
ma ti basterà scorgermi
con il cuore sul viso
disperso nei giorni bui
- più che visione, pensiero -
e indugiando nei solchi del tempo
non mi dirai parole,
ma saprai che non sono che io.
Sarò un nodo più forte,
aggrappato, ancorato
a nuove follie di giorni.

Silvi Marina, 15 agosto 1980

martedì 29 luglio 1980

La sera disperde nel cielo
un freddo vuoto di sguardi
e di voci.
Non voglio negli occhi
l'estate tediosa
che uccide i sorrisi;
mi scoppia nel cuore una sete
di gelidi sorsi di vento,
e il sereno rimpianto confuso
d'una notte assoluta.
Questa sera cammina
più nuda e leggera
sotto i tuoi passi distesi,
come un lungo concerto di vita,
uno sbadiglio di fumo irrequieto,
un richiamo appena avvertito
di umidi odori lontani,
ma veri.
Forse a quest'ora raccogli
altri silenzi, più fondi,
o assapori il ricordo disciolto
di liquide luci mattine,
come brani remoti
d'un verde assolato
in declivi di boschi animati.
Me ne starò raccolto
in quest'estiva fatica di giorni
a succhiare prodigi di mare.

Napoli, 29 luglio 1980

martedì 17 giugno 1980

Qualche volta a quest'ora
rubo al tempo un pensiero.
Mi vieni dinanzi
con tutte le luci che indossi
e somigli al ricordo perduto
di ombrose emozioni
sfiorate.
Tu conservi il profumo
di un mare lontano
e ti vesti di luci remote.
Ogni cosa che dici
ha un colore sofferto
e deciso,
o appena sbiadito
dall'acqua di un fiume segreto.
Se un intatto rimpianto
di anfratti
ti urge nel cuore,
il mattino che torna
ti darà nuovi occhi,
ingoiando per sempre i tuoi sogni
ormai stanchi.
Imparerò a ritrovarti
in ogni stilla di brina
che indugia tra i rami.

Napoli, 17 giugno 1980

lunedì 16 giugno 1980

Non c'è sogno che valga
un momento di vita
affogato magari
tra cespugli d'idee.
S'intrecciasse un tramonto
davanti ai miei occhi
me ne starei a gustare
un ricordo,
un piccolo sapore di luce
che sbiadisce ridendo
urtandoti il viso.
Ma il tuo viso
é azzurro d'altri cieli
e antico d'altri sguardi,
e dentro ti vibra
un tremulo silenzio
che ascolto.

Cantami almeno di sguardi
una canzone diversa.

Napoli, 16 giugno 1980

domenica 15 giugno 1980

Di nuovo risplendi
di luce assoluta.
Come nubi leggere
t'abbandoni serena
ai giochi bizzarri
del vento
e coltivi negli occhi
un chiarore azzurrino
di stelle,
un improvviso stupore
di cieli inattesi.
Stasera hai rubato
una piccola stella
alla notte,
ne hai contato i colori.
Anche la notte ha sorriso.
Ci sono certezze insperate
che ti sciolgono il sangue
in liquide essenze inespresse.
Hai vicino una voce
e una stella che scalda
i tuoi sogni di bimba:
ne conosco la luce.
Posso adesso donarmi
all'estate precoce
che mi vince i pensieri,
e ancora una volta
mi racconto il tuo viso.
C'è una macchia più scura
nel cielo stasera,
quasi un buco remoto,
ma tu di nuovo risplendi
di luce assoluta.

Napoli, 25 giugno 1980

venerdì 15 febbraio 1980

Strade diverse
s'intrecciano
in calamite di poteri
come chiare esigenze
di losche calunnie
che scivolano
dolcemente
in lagune schiumose
fino a languire
tra limitari di specchi
dove
né speranze
né disperazioni
assolvono compiti
d'attesa.
Oltre il muro d'occhi
s'attarda
la strana colpa
e l'accusa feroce
d'essere tuttavia
ancora acceso,
sfiatato racconto
di politiche di parte,
lugubre significato
ciclostilato.
E' solo inchiostro
ciò che inchioda
un pensiero.

Napoli, 15 febbraio 1980